E LA LUNA BUSSO’
- Chiara Pasi
- 16 mag 2023
- Tempo di lettura: 6 min
Una pagina di diario in una notte di luna piena, un momento di raccoglimento con la magia dell'astro celeste.
È la sera del 20 settembre, sono in casa quasi pronta per coricarmi dopo le fatiche della giornata. Al contempo, ho un pensiero…Nella notte splenderà una luna particolare, chiamata ‘la luna piena del raccolto’, il quarto ed ultimo plenilunio dell’estate.
Tre parole, ‘luna piena’ e ‘raccolto’, che sento risuonare dentro di me con alcune sensazioni che accendono come dei guizzi nel torace. Sono le 22 e cammino lentamente in casa pensando a come posso rendere onore a questo piccolo ‘evento’ naturale. Vorrei uscire, ma subentra un po’ di pigrizia… Esco sul terrazzino sporgendomi su tutti i lati del balcone, ma non vedo nulla in cielo, solo oscurità.
Ad un certo punto mi fermo di scatto: una voce dentro di me mi dice chiaramente: ‘cambiati ed esci, non capita tutti i giorni di vedere una luna così, ‘questa luna’, risplendere in cielo!’
Detto, fatto. Mi vesto e mi catapulto giù dalle scale: l’aria di fine estate è già fresca e comunque la temperatura è ancora molto gradevole.
Non appena apro il cancello volgo i piedi alla mia destra ed eccola lì che mi si para di fronte: la vedo immensa, opulenta, dorata, brillante, svetta su tutto e pare invitare ad ammirarla nella sua preziosa bellezza.
Mi fermo in un punto in cui la posso osservare bene, senza orologio, per tutto il tempo necessario, un po’ lontana dalle abitazioni. Purtroppo, non posso eliminare i lampioni, comunque nonostante il contesto urbano, mi gusto lo spettacolo che non percepisco come minimamente contaminato dal luogo non del tutto selvatico in cui sono.
Inizialmente provo un po’ di timore reverenziale nei suoi confronti. Grazie al suo posizionamento nel cielo, la luna è l’astro che maggiormente ci influenza, ed infatti è il corpo celeste più vicino alla terra. Le fasi lunari influenzano direttamente il movimento della linfa nelle piante, condizionando la loro crescita. Dal punto di vista fisico conosciamo le influenze elettromagnetiche sul nostro pianeta, basti pensare alle maree, ma la luna agisce anche sui liquidi, sulle mucose del corpo e sulle funzioni di procreazione e fertilità. Dal punto di vista psicologico la luna coordina il ritmo e la stabilizzazione delle nostre funzioni inconsce. Si tratta anche del pianeta più rapido (il suo movimento di rivoluzione è di 27 giorni!), e di conseguenza il suo ritmo condiziona e dinamizza la nostra vita. La luna mi ha sempre incuriosito, e ricercando informazioni sulla sua simbologia, ho letto che dal punto di vista astrologico si comporta come un’antenna che preleva in una certa misura le influenze degli altri pianeti e le amplifica per poi trasmetterle sulla terra.
E poi... È il corpo celeste che hanno ammirato per millenni scrittori e poeti, lasciandosi ispirare nei loro testi, dalle favole ai poemi romantici. Dietro quel disco brillante si nascondono storie, riti, simboli, studi la cui origine risale ai tempi più antichi. L’uomo ha da sempre cercato negli astri la verità sul senso dell’esistenza, e ancor di più ha sentito come forte e indissolubile il proprio rapporto con la luna. La guardo dalla mia piccolezza, percepisco dentro di me un senso di umiltà, lo stesso che provo sempre di fronte alla maestosità della natura, e provo gratitudine nel fatto che la natura mi aiuti a ricordarmi di essere e mantenermi sempre umile di fronte alle sue leggi. L’umiltà rappresenta un mio valore e quando lo posso richiamare mi sento grata.
Mi do l’intenzione di stare semplicemente lì, in ascolto, in osservazione, in contemplazione della luna. Ammiro la sua rotondità, la sua luce, il cielo scuro che la circonda. Associo il buio al silenzio, che in quel momento rappresenta un bisogno che emerge forte da dentro di me. Ho voglia semplicemente di contemplare, senza pormi obiettivi precostituiti di quale sarà la direzione della mia pratica di osservazione. Non so dire esattamente quanti minuti sia stata lì, in piedi, ascoltando con gli occhi ciò che avevo di fronte. In quel momento mi è sembrato di non avere pensieri, di essere semplicemente presente a me stessa, in relazione probabilmente amplificata con me e con lei.
Dopo qualche tempo di avvolgimento in questo involucro ‘romantico’, sono sempre più attirata dalle macchie nere sulla superficie lunare. Inizialmente ne guardo la disposizione e l’estensione, seguendo con gli occhi i contorni delle sue forme; successivamente, è come se visualizzassi, per la prima volta da quando osservo la luna, uno sguardo umano. Mi sembra di vedere chiaramente due occhi, la bocca ed un naso piuttosto aquilino di cui riesco a delineare chiaramente la punta, come i primi piani a tre quarti. Questa nuova forma attira sempre di più la mia curiosità ed attenzione, ed inizio a percepire dentro di me un sorriso, che dal centro del mio corpo s’irradia verso l’alto fino a dipingersi sul mio volto in modo sempre più ampio. Se potessi definire un’emozione di quel momento direi sicuramente ilarità e brio. Ora infatti ho di fronte un astro per il quale l’iniziale timore reverenziale si è trasformato in una relazione più paritetica.
Mi ricorda una grande matrona, una signora prosperosa che da buona padrona di casa è il riferimento a cui rivolgersi per qualsiasi dubbio sulla gestione domestica e non. Sento di poter avere con lei un approccio colloquiale e giocoso, mi sovvengono dei ricordi di quando abbracciavo la nonna, ascoltavo i suoi racconti e la guardavo organizzare con cura i lavori nell’orto di casa.
Continuo ad abbracciare con lo sguardo la ‘luna-nonna-signora saggia e accogliente’ e sento in qualche modo di voler collegare l’immagine dell’orto della nonna con il fatto che questa luna rappresenta il raccolto.
Il nome di questo evento astronomico è da ritrovarsi nella tradizione dei nativi americani che dedicarono il plenilunio in prossimità dell’equinozio d’autunno ai raccolti, dato che la luce della luna permetteva agli agricoltori di lavorare nei campi anche di notte, garantendo così un raccolto più abbondante. Grazie alla luce offerta dal nostro satellite i contadini potevano lavorare nei campi alcune ore in più, in modo da fare scorta di provviste in vista dell’imminente stagione fredda. Quella di settembre è tipicamente legata al raccolto del mais. La luna piena di settembre aveva anche altri nomi a seconda delle tribù: i Cree la chiamavano luna d’autunno, gli Ojibwe luna delle foglie che cadono, per i Lakota era la luna delle foglie marroni, mentre per gli Assiniboine luna della foglia gialla.
Avverto da dentro che il tempo della pratica è stato sufficiente per me, e mi avvio verso casa solleticata da una nuova energia. Appena varco la soglia mi rimetto in abiti comodi e tiro fuori dal mio quaderno due fogli di carta su cui sento il desiderio di scrivere delle intenzioni. Le riporto per iscritto esattamente identiche su entrambi i fogli. Dichiaro i miei desideri su tante sfere della mia vita, iniziando e terminando ogni frase con un ‘grazie’ e parlando come se il sogno fosse già stato realizzato.
Faccio una foto ricordo ad uno dei due bigliettini e procedo poi così: piego uno dei due fogli e con cura lo appoggio dentro la terra in uno dei vasi di fiori del mio terrazzo. La mattina successiva prendo un accendino e alla luce del giorno lo brucio. Per quanto riguarda l’altro foglio, lo deposito accanto alla pianta di rosmarino ed a quella di pomodori dell’orto di casa di mia mamma e lo ricopro di terra.
Questa piccola azione, una sorta di ‘rituale delle intenzioni’, ha rappresentato per me generare con le parole dei semi che ho poi piantato fisicamente in due punti simbolici: casa mia, dove trascorro le mie giornate, e quella di mia mamma, dove sono cresciuta ed accanto alla quale i nonni mi hanno trasmesso il rispetto verso le attività agricole e agli orti. Credo che questi semi produrranno germogli e sbocceranno rigogliosi, perché nati sotto l’influsso della luna piena del raccolto, che consentirà loro di diventare in realtà ciò che già sono in potenza. Solo l’allineamento tra ciò che sono e ciò che faccio permette una fioritura, l’espressione più autentica e piena in questo momento della mia vita per accompagnarmi verso l’eudaimonia. Ancora oggi, quando c’è la luna piena, ripenso con gratitudine a quei momenti ai quali mi ancoro sensorialmente per rivivere le stesse sensazioni, ed alimentare di maggiore fiducia e speranza i piccoli semi di parole che hanno trovato casa e che sono al contempo dei semi di fatto già dentro di me.





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